JJ Abrams

Solo Christopher Nolan è un autore più discusso di Jeffrey Jacob Abrams meglio noto per quella duplice J diventata una sorta di simbolo della mente dietro Lost, Alias, Fringe nonché il reboot di Star Trek e ultimo in ordine di tempo il nuovo capitolo di Star Wars.

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Quando si parla di JJ Abrams si entra decisamente in un campo minato perché c’è chi gli butta ogni croce possibile addosso, c’è chi lo eleva a moderno messia.

Né uno né l’altro, la verità come sempre sta nel mezzo. Ma prima analizziamo i due estremi.

Chi gli getta ogni croce addosso basa il proprio pensiero sul fatto che Lost ha spinto la televisione ad una sempre maggior commercializzazione nonché caccia disperata dell’erede di Lost con un susseguirsi di fallimenti trascinando tutto ad una qualità sempre più infima tant’è che oggi i palinsesti delle reti commerciali propongono ben poco.

Oltre a questo c’è chi vuole la sua testa per il finale di Lost e c’è anche chi vuole la sua testa per il reboot di Star Trek. O magari per entrambe le cose.

Vero, JJ Abrams e il suo Lost hanno creato un fenomeno pop, culturale e commerciale che ha alzato un polverone di opere che hanno tentato di emulare il successo. E buona parte di esse, se non quasi tutte, sono piombate a terra in maniera estremamente rovinosa e dolorosa.

Ma che centra JJ Abrams in questo? Se chi è venuto dopo di lui non è stato alla sua altezza o ha avuto lo stesso acume/furbizia non è colpa sua.

Se i vari Flashforward, The Event e compagnia si sono rivelati un flop a partire proprio dalla strutturazione e dall’idea di base non è in JJ Abrams che va cercata la colpa.

Anzi Abrams ha sempre lavorato per andare avanti per dimostrare che Lost era una cosa a sé difficilmente rifacibile. E lo stesso ha fatto Lindelof: entrambi hanno cambiato strada, sono andati avanti provando nuove strade. Se gli altri non l’hanno fatto non penso che Abrams li abbia costretti con un fucile alla schiena.

Sul reboot di Star Trek ho solo una cosa da dire: chi pretende di avere lo stesso identico prodotto degli anni sessanta forse non ha aggiornato il calendario.

Fra le tante esagerazioni ho letto anche critiche ponderate che hanno sollevato polveroni enormi sul fatto che negli anni sessanta Star Trek rappresentava una società aperta fatta si da gerarchie ma anche da un’unione di idee e volontà in un viaggio di scoperta e unione delle varie razze nonostante ogni differenza. Un prodotto che portava in TV il primo bacio interrazziale fra un uomo bianco e una donna di colore.

Negli anni sessanta però, siamo nel ventunesimo secolo ormai.

Esattamente come James Bond la necessità di andare di pari passo coi tempi è fondamentale per rimanere a galla. Oggi un bacio fra uomo bianco e donna di colore non suscita più nulla e la Guerra Fredda è finita da quasi trent’anni e tutti gli ideali degli anni sessanta sono o morti o evoluti.

Così come Bond: gli anni sessanta chiedevano un gentleman impostato e raffinato, il 21mo secolo chiede un antieroe dal cuore gelido e dallo spirito d’azione.

Questo non vuol dire farsi piacere a forza il progetto eh, ma solo che JJ Abrams si è limitato a portare ad un livello pop Star Trek per stare al passo coi tempi e poterlo fruire a chiunque.

E smentisco una leggenda metropolitana: non è affatto vero che il reboot è piaciuto solo ai non trekker, sono capitato in forum di trekker in cui veniva apprezzato il lavoro di Abrams.

Sul finale di Lost….che centra JJ Abrams?

Lo sanno anche i muri che Abrams ha iniziato e concluso solo Alias, qualsiasi altra serie l’ha iniziata o magari solo finanziata per poi demandare tutto ad altri. Quindi ogni lamentale per Lost va fatta a chi ha tenuto la barca fino all’ultimo minuto e cioè Damon Lindelof.

Dall’altro angolo dell’estremismo abbiamo chi vede in lui il nuovo messia cinematografico nonché erede di Spielberg.

Alt, prendete fiato, contate fino a 100.

Al momento l’unica cosa che accomuna i due registi è l’origine ebraica e da un punto di vista estremamente relativo il fatto d’aver dato un contributo al mondo dello spettacolo: Spielberg inaugurò il cinema blockbuster, Abrams ha portato la TV più vicina al cinema.

Oltre a questo Abrams ha ancora tutto da dimostrare.

Spielberg è nato come regista di blockbuster per poi sbocciare ed esplodere come cineasta d’autore, Abrams ancora non l’ha fatto questo salto.

Forse lo farà, forse no, solo gli anni a venire lo diranno.

Oltre a questo l’avevo già detto di come il termine erede nello spettacolo lo trovi estremamente fuori luogo perché il cinema è una scienza talmente zeppa di variabili dovute alla creatività che è improbabile trovare il regista capace di raccogliere l’eredità di qualcuno. Al massimo seguirne le orme.

Ma per il momento JJ Abrams non sta seguendo le orme e direi che non ci sta neanche provando, probabilmente lo sa meglio di tutti noi che non ha ancora i mezzi o forse non lo vuole fare o forse chi lo sa.

La verità sta nel mezzo di questi due estremismi: JJ Abrams non è la causa di tutti i mali del mondo dello spettacolo e neanche l’unico che ha rivoluzionato il mondo moderno.

È un uomo brillante, intelligente, furbo e con uno spiccato senso per gli affari. Riesce a vedere meglio di tutti il nervo da toccare e sa come toccarlo.

Ha creato Lost sapendo di farne un fenomeno di successo sfruttandolo anche come propria rampa di lancio nonché come apripista per una rivoluzione della TV.

Non ricordo se l’avevo detto anche recensendo Lost ma il gap enorme che c’era fra cinema e TV è stato colmato anche grazie all’operato di Abrams nella genesi di Lost. Quell’ambizione nella produzione, quel voler puntare più in alto fino a raggiungere quota 10 milioni di dollari alla voce budget ha mostrato che volere è potere anche in TV.

Poi sono arrivati altri che non hanno fatto altro che alimentare quel fuoco riducendo sempre di più il gap e questo permette che oggi gente come Kevin Spacey, David Fincher e Matthew McCoughaney si diano alla televisione mentre in Italia ancora consideriamo il passaggio da cinema a TV come un declassamento di carriera. Negli Stati Uniti invece ormai è una cosa normalissima perché è svanito qualsiasi gap possibile ed immaginabile.

Senza escludere il peso che Abrams ha avuto su Internet. Presto o tardi il fenomeno della rete come banco di discussione sarebbe arrivato, ma ci sarebbero voluti anni mentre grazie a Lost è accaduto tutto in un attimo.

Con Lost oggi abbiamo una radicalizzazione di questo mondo dopo il consolidamento effettuato nell’ultimo decennio. Senza Lost penso che ora saremmo ancora in piena fase di sviluppo.

Sul reboot di Star Trek ho già detto, sui finali delle sue serie qui si entra in un discorso che molti non affrontano per comodità.

Abrams crea e poi delega, una scelta capibile dalla volontà di non frenare mai la propria carriera per anni dietro un solo prodotto. Però è anche un’arma a doppio taglio perché dipende a chi metti in mano quel prodotto.

Con Lost ebbe fortuna di passare ad uno sceneggiatore che io personalmente considero più bravo di lui, Lindelof, con Fringe ha mollato la nave in mano ad un’incompetente come Joel Wyman.

Abrams è un uomo apprezzabile con i suoi difetti, non spingiamoci troppo oltre da un lato eccessivamente positivo ad un lato eccessivamente negativo.

Il contributo dato alla TV è solo apprezzabile e lui ha mostrato di dover andare avanti e non fossilizzarsi sull’idea di cercare a forza un successore a Lost. Se poi gli altri non l’hanno capito Abrams ci può fare poco.

È un bravo regista, anzi a me piace più come regista che come sceneggiatore per la semplice ragione che trovo le sue storie troppo impostate e fredde mentre come regista mi piace quel ritmo che sa dare alla pellicola. Se limitasse i lens flare, effetti di luce che infila in ogni fotogramma, sarebbe meglio.

Me ne frego se è o meno l’erede di Spielberg, non mi è mai interessato trovare l’erede di qualche regista. Però ho adorato tantissimo Super 8 e quel meraviglioso omaggio alla fantascienza fiabesca proprio di Spielberg.

Tirando le somme e concludendo per me JJ Abrams serviva come il pane. Non sarà perfetto, chi lo ha seguito ha fatto più errori che altro ma negare che ci siano soprattutto aspetti positivi nelle sue azioni è voler negare i fatti.

Internet, il gap fra TV e cinema. Cose fatte non solo da lui, ma anche da lui partite in un modo o nell’altro e di cui oggi fruiamo tutti noi.

9 pensieri riguardo “JJ Abrams

  1. Ancora una volta mi trovo perfettamente in sintonia con il tuo pensiero, che, come negli altri post, hai espresso in modo chiaro ed incisivo.
    Questa tua capacità circolare di anticipare le obiezioni più superficiali, smontando in modo rigoroso e non da fan-boy, non esclude ovviamente la discussione o la polemica. ma ne smorza toni, evitando le prese di posizione basate sull’ignoranza: alcuni “facts” riguardanti Abrams sono indiscutibili ed da lì bisogna partire per esprimere un giudizio corretto.
    Personalmente apprezzo molto JJ senza idolatrarlo e mentre leggevo il tuo post, non ho potuto fare a ameno di ricordare i contenuti extra presenti nel Blu-Ray di “Super8</i<", dove sono riportati i ricordi dello stesso Abrams sulla sua infanzia quale vicino di casa di Spielberg, sulla sua curiosità per il lavoro del maestro (Steven) e soprattutto per la grande fisicità di un certo approccio registico che il nostro, senza se senza ma, ha certamente fatto suo.
    Complimenti.

  2. Concordo con te quando dici che JJ Abrams è un buon produttore e che non si merita tutte le critiche che gli vengono fatte, come quelle riguardanti il finale di Lost (che tra parentesi io ho adorato), però attento a non dargli troppi meriti. Lost è stata sicuramente la protagonista di tante accese discussioni, forse anche tra le più accese, ma la diffusione di queste discussioni ci sarebbe stata in ogni caso. Già negli anni ’90 c’era stato il fenomeno Twin Peaks per esempio, l’unica differenza è che la tecnologia non era quella di oggi, e la gente non aveva ancora a disposizione a portata di mano Google, Twitter, Facebook, Youtube, ecc..
    Inoltre non capisco cosa intendi quando dici che grazie a Lost la tv si è avvicinata al cinema, come dici tu stesso JJ Abrams era stato bravo a produrre un’idea commerciale che ha poi catturato milioni di spettatori, ma è sempre rimasto fino alla fine un prodotto unicamente televisivo. Realizzato molto bene, ma pur sempre televisivo, composto da continui cliffhanger e con una struttura narrativa esclusivamente seriale. Il merito di aver colmato il gap tra tv e cinema va alle serie cable dei primi anni 2000, a partire da “I Soprano” che a livello di sceneggiatura e regia forse resta insuperata ancora oggi (e tra l’altro ancora oggi nascono discussioni sul finale, per ricollegarmi al punto di prima). Da lì hanno preso esempio tante altre che si sono allontanate dalla classica struttura televisiva, di cui proprio Lost è forse stata il maggior esponente (e non c’è niente di male in questo, alla fine sono solo due modi diversi di fare televisione), e ancora oggi sono le emittenti cable a vantare i prodotti più cinematografici – insieme ai nuovi arrivati Netflix e Amazon. Il budget degli episodi di Lost non c’entra, e nemmeno JJ Abrams.. non è un caso che le serie definite “le eredi di Lost” siano state tutte dei flop, mentre le eredi dei Soprano siano state tutte dei successi (come ad esempio Mad Men). Anche i tre nomi che hai fatto (Matthew McConaughey, Kevin Spacey, David Fincher) non hanno mai lavorato con la ABC o altre emittenti network, ma anche loro con HBO e Netflix. Quindi sono d’accordo sul fatto che JJ Abrams è uno che il suo mestiere lo sa fare, ma per aver colmato il gap tra tv e cinema sarebbe meglio ringraziare altri, come David Chase, David Milch, e Matthew Weiner! Di serie rivoluzionarie ce ne sono state diverse, Lost è stata la più importante solo a livello commerciale. 🙂

    1. L’assenza di Internet è una bella differenza rispetto ai tempi di Twin Peaks, allora potevi parlare al massimo con quello che stava nel paese a fianco. Oggi puoi parlare anche con uno in Australia in un tempo anche nettamente minore.

      Sul discorso televisione-cinema ciò che intendo io è che c’è sempre stato un gap in termini di ambizioni nonché di coraggio a buttarsi.

      Ma poi arriva JJ Abrams e fa sborsare 10 milioni di dollari alla ABC. Giusto per fare un raffronto Memento di Nolan costò 9 milioni, Abrams con quel Pilot ha fatto un piccolo film in televisione facendo vedere che con le giuste motivazioni si può tranquillamente trasformare un prodotto televisivo in un piccolo cinema.

      Poi le reti commerciali hanno vanificato qualsiasi cosa favorendo lo strapotere delle cable e di Netflix, ma la prima pedina del domino l’ha fatta cadere Abrams con quei 10 milioni di dollari. Fino ad allora nessuno avrebbe messo così tanto in gioco in una serie TV.

      Questo è il gap che intendevo, il coraggio di crederci e di buttarsi.

      Senza quei 10 milioni di dollari non saprei dire dove saremmo ora

      1. Ma anche il coraggio di buttarsi le serie cable già ce l’avevano, la HBO diventò popolare iniziando con Sex and the City e Oz, serie che forse oggi sono un po’ invecchiate ma all’epoca nessuno aveva ancora osato tanto (non tanto per il budget quanto per i contenuti). Poi con i Soprano arrivò anche la qualità cinematografica e di conseguenza anche costi più alti, ma il coraggio non è mai mancato, e questo diversi anni prima del pilot di Lost. Abrams ha sicuramente contribuito a rendere il pilot di Lost quello che tutti noi abbiamo apprezzato, ma anche senza quei dieci milioni di dollari non sarebbero mancati altri esempi di ottima televisione con alti budget.. mi vengono in mente Deadwood e Rome, che purtroppo furono poi cancellate proprio per i costi troppo elevati. Tra le serie network invece prima di Lost c’era The West Wing al comando, e anch’essa aveva i suoi costi.. quindi per quanto la ABC corse un rischio con quei dieci milioni, non so quanto le cose adesso sarebbero diverse.. se non appunto per l’assenza di Lost (o un pilot peggiore di quello che noi conosciamo, chi può dirlo).

      2. Il mondo non finisce a Lost ed Abrams, ma hanno un ruolo che va riconosciutto. La HBO pre Lost aveva una copertura limitata soprattutto agli Stati Uniti e soprattutto mancava il punto fondamentale e cioè la capacità di saper “piangere sangue” per lanciare un prodotto rischiando.

        E’ qui il gap: puoi avere la sceneggiatura migliore, ma la Hollywood di una volta viveva sul mettere i soldi e augurarsi che il progetto funzionava. La TV fino a Lost non l’ha fatto.

        Poi sono venuti altri, il fenomeno si è espanso, come ho detto il mondo non finisce a Lost. Ma Abrams ha toccato per primo il domino e l’ha fatto traballare. Ci vogliono sempre eventi sensazionali per rivoluzionare quel mondo.

  3. Sono arrivato qui seguendo il link di kasabake.
    Ho letto il tuo post, lo condivido in toto e vorrei aggiungere qualcosa… ma hai già detto tutto tu. E bene.
    Quindi ti faccio i complimenti per il post su JJA e anche per il blog.

    ciauzzzzz

    PS: ah, una cosa però mi sento di dirla. Andrò cotrocorrente, ma io il finale di Lost l’ho amato 😀

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